Riforma: patrocinio gratuito anche per la mediazione
Il patrocinio gratuito rappresenta una delle novità più significative nell’ambito delle modifiche che la riforma Cartabia ha apportato alla disciplina della mediazione.
Si tratta infatti di un istituto che consente, a chi si trova in difficoltà economiche, di ottenere l’assistenza legale di cui a bisogno a costo zero. Il patrocinio è infatti fornito gratuitamente al soggetto richiedente perché è lo Stato a sostenere i costi di assistenza dell’avvocato nella mediazione.
La disciplina del patrocinio gratuito nella mediazione è disciplinata in molti dei suoi aspetti dalle nuove norme che il legislatore ha inserito nel decreto legislativo n. 28/2010.
Si tratta in particolare dei 10 articoli compresi tra il 15 bis e il 15 undecies.
Di questi articoli, dopo una breve premessa sul patrocinio gratuito, si passerà all’analisi dell’articolo 15 decies dedicato alle sanzioni e ai controlli della Guardia di Finanza.
Il patrocinio gratuito è un istituto presente da tempo nel nostro ordinamento. Esso è stato introdotto per garantire a tutti i cittadini, anche a quelli meno abbienti, la difesa di un legale in sede di giudizio.
Il legislatore ha voluto sua estendere la sua applicazione anche alla procedura di mediazione per favorire, incentivare il ricorso a questa procedura di risoluzione delle controversie, anche se si svolge fuori dalle aule dei tribunali.
Anche per la mediazione però, così come per i giudizi, per beneficiare del gratuito patrocinio è necessario avere precisi requisiti reddituali, ma non solo. Il gratuito patrocinio è condizionato infatti al raggiungimento dell’accordo di mediazione.
Per quanto riguarda poi la procedura per il riconoscimento del patrocinio gratuito essa si articola in due fasi principali. La prima è quella della ammissione anticipata al patrocinio, la seconda è invece quella che conferma l’ammissione e che è subordinata anche al raggiungimento dell’accordo.
I controlli nella procedura di ammissione al patrocinio gratuito
L’esito positivo dell’istanza di ammissione anticipata al patrocinio gratuito e della sua conferma dipende da una serie di controlli che riguardano i requisiti reddituali del richiedente, il contenuto dell’istanza per l’ammissione e la parcella dell’avvocato.
La mancanza dei presupposti reddituali in particolare è causa di revoca del patrocinio concesso, anche se il richiedente può presentare ricorso per opporsi a questa decisione.
Ci sono però anche altre conseguenze ricollegabili al mancato rispetto delle regole dettate per il patrocinio gratuito in sede di mediazione, che può essere avviata presentando apposita domanda presso una delle sedi di ADRcenter.
Sanzioni e controlli della Guardia di Finanza
Chi rende dichiarazioni false relative alla propria condizione reddituale nell’istanza di ammissione al patrocinio gratuito solo per poter ottenere la difesa gratuita pagata dallo Stato va incontro alle sanzioni previste dal comma 1 dell’articolo 125 del DPR n. 115/2002.
La norma punisce la condotta appena descritta con la reclusione minima di 1 anno fino a un massimo di 5 anni e con la multa da Euro 309,87 a Euro 1.549,37.
Sanzione che viene aumentata se le false dichiarazioni comportano il conseguimento o la conservazione della misura.
Alla condanna consegue anche la revoca retroattiva del beneficio e il recupero delle somme che lo Stato ha già corrisposto al richiedente.
Il secondo comma dell’articolo 15 decies prevede inoltre l’applicazione dell’articolo 88 del DPR n. 115/2002. Si tratta di una norma che include nei programmi annuali di controllo fiscale svolti dalla Guardia di Finanza, anche i soggetti ammessi al patrocinio gratuito a carico dello Stato.
Questi soggetti vengono individuati in base all’applicazione di criteri selettivi tramite indagini bancarie o presso intermediari finanziari.
Per approfondire leggi anche: “Gratuito patrocinio anche per la mediazione”