Il nuovo libro d Michele Vietti – Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura – La Fatica dei Giusti affronta in maniera schietta e diretta molte delle cause dei mali della giustizia italiana e propone possibili soluzioni rilanciando alcuni temi cari agli studiosi del settore dell’ADR. Nell’interrogarsi sul perché gli italiani ricorrono al giudice molto più che gli altri cittadini europei, Vietti riprende un’analisi già da noi pubblicata su LaVoce.info e sul Corriere della Sera nel luglio scorso sui due fattori fuori norma rispetto alle statistiche internazionali: il numero esorbitante di nuovi procedimenti civili e di avvocati. Dal suo osservatorio privilegiato, Vietti citando quindi l’esempio “dell’uovo e della gallina” (abbiamo tanti avvocati perché c’è molto contenzioso o c’è molto contenzioso perché abbiamo tanti avvocati?) ha il merito di arrivare a conclusioni ulteriori e più puntuali rispetto alle nostre. <<A fronte di una mentalità diffusa “che non sa fare a meno del giudice”,>> scrive il Vice Presidente del CSM <<la tendenza a immettere un gran numero di controversie nel circuito giurisdizionale è figlia soprattutto della sostanziale mancanza di alternative. E’ dalla necessità di trovare forme alternative per la regolazione dei conflitti che bisogna far (ri)partire il dibattito sull’efficienza della giustizia…Per esempio, l’istituto della mediazione è in una fase poco più che sperimentale >>.
Nel settore civile, Michele Vietti paragona il sistema giustizia come un acquedotto in grado di reggere solo una certa portata d’acqua che non può sopportare un numero continuo e illimitato di volumi in entrata. <<Solo ponendo filtri all’ingresso, si può sperare di iniziare>> continua Vietti <<a smaltire l’enorme mole di arretrato.>>
Tra le diverse soluzioni prospettate, Michele Vietti propone una “Giustizia senza giurisdizione” in una moderna lettura dell’art. 24 della Costituzione e cita Giovanni Verde: <<I rimedi devono essere concretamente effettivi, cosicché un rimedio non giurisdizionale efficace è preferibile a un rimedio giurisdizionale che arrivi tardi o che sia gestito con procedure troppo complesse o costose>>. Concetti e soluzioni che da sempre sono alla base del movimento ADR italiano e internazionale volto all’effettivo funzionamento di un sistema di risoluzione delle controversie.
Vietti conclude il suo interessante lavoro con un concetto significativo: <<Occorre prendere atto che la res judicata…non rappresenta affatto la meta unica né prioritaria. Se la prospettiva diventa la valorizzazione del ruolo fondamentale dell’autonomia dei privati, l’accesso alla giurisdizione resta pur sempre una garanzia costante, ma senza che l’esito necessario debba essere la produzione di una regola destinata a diventare assoluta e definitiva.>> e infine conclude <<Significa far giocare al giudice soltanto la sua parte sulla scacchiera dell’economia senza sostituirsi, a volte a suo malgrado, ad altri soggetti. Ridare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero alle parti la loro autonomia>>.
Un libro, dunque, da leggere con particolare attenzione da tutti gli operatori della giustizia perché senza pregiudizi e affrontando di petto diversi tabù propone rimedi non giurisdizionali, ma effettivi per una giustizia (senza maiuscole) non “tribunale-centrica”, ma concretamente disponibile ogni giorno da cittadini e aziende. La Prefazione è affidata a Ernesto Lupo e la Postfazione a Vitaliano Esposito. Il libro è in vendita nelle librerie e in versione ebook sul sito di Egea.
3 commenti
Non mi sarei mai aspettato queste parole dal Vice Presidente del CSM. Altro che incostituzionalità della mediazione! Vietti sostiene che occorre cambiare l’articolo 24 della costituzione perché ormai non è più in linea con le esigenze pratiche dei cittadini.
Grazie per la recensione. Ho comprato il libro che dovrebbe essere letto obbligatoriamente da tutti gli avvocati e giudici.
Tutti i giudici dobrebbero leggere questo libro. Dalle mie parti c’è un accordo implicito tra colleghi avvocati e giudici per disapplicare il tentativo obbligatorio di comciliazione. Il Ministero dovrebbe inviare gli ispettori.