Dire che dirigenti, manager e leader in genere affrontano ogni giorno sfide numerose e difficili è dire poco. Sempre più spesso, molti di coloro che ricoprono ruoli importanti si rivolgono al coaching per i dirigenti.
Il coaching può essere definito in diversi modi, ma fondamentalmente è un tipo di formazione nel quale una persona interessata a cambiare o migliorare alcuni aspetti della sua vita personale o professionale si rivolge a un’altra persona in grado di aiutarlo a raggiungere questo obiettivo.
Una delle aree in cui i manager ricorrono più di frequente al coaching è proprio la gestione dei conflitti. Il personale di livello dirigenziale è consapevole che il conflitto è inevitabile, ma non si rende conto di quanto il luogo di lavoro e le loro capacità di leadership potrebbero migliorare se crescesse anche la loro competenza nella gestione dei conflitti.
Spesso, queste persone non si rendono conto nemmeno del fatto che una gestione efficace dei conflitti permette di risparmiare denaro. Il conflitto nelle organizzazioni è difatti assai costoso.
Morale e produttività bassi, stress, malattia, assenteismo e azioni legali originatesi da liti che erano evitabili sono tutti fattori che contribuiscono alla creazione di interazioni negative. Molte organizzazioni, d’altro canto, tendono a reagire al conflitto invece che a considerare misure preventive o a modificare la loro cultura in modo che essa sia preparata al confitto.
Il conflict coaching sta quindi emergendo come una via praticabile e costruttiva. E’ un approccio originale che sposa il campo della formazione con quello della risoluzione delle liti. In poche parole, l’assunto di fondo è che si possono eliminare le scorie nocive del conflitto e si possono creare opportunità per prevenire e risolvere le liti, migliorando allo stesso tempo l’ambiente e le relazioni di lavoro.
Gli obiettivi più importanti di questo particolare metodo consistono nell’insegnare a:
* Identificare i propri obiettivi per una gestione efficace dei conflitti.
* Definire e adottare i passi necessari per raggiungere questi obiettivi.
* Considerare il modo in cui è possibile modificare i propri comportamenti abituali che contribuiscono al conflitto.
* Riflettere sui miglioramenti nel proprio modo di reagire al conflitto e di gestirlo.
* Trasformare le reazioni negative al conflitto in reazioni costruttive.
* Migliorare le capacità comunicative per poter interagire e affrontare le situazioni conflittuali in maniera più efficace.
* Ridurre l’effetto dannoso del conflitto su sè stessi e sugli altri.
Il conflict coaching individuale è uno strumento efficace. Le sessioni del coaching durano in media un’ora alla settimana e possono svolgersi per telefono, di persona o in via telematica.
Durante questi incontri l’attenzione viene rivolta sugli obiettivi e le necessità personali. Ad esempio, il conflict coaching può essere utilizzato in via generale per aiutare le persone a mutare i comportamenti controproducenti in capacità e atteggiamenti costruttivi. Si impara in questo modo ad esaminare le strategie, i temi e gli elementi di conflitto che li influenzano negativamente, e si imparano a sviluppare le capacità di empatia e comprensione per “l’altro”.
Questo tipo di formazione al conflitto è importante in particolare per coloro che si sentono perennemente impegnati in conflitti distruttivi, non come conciliatori ma piuttosto come battaglianti, con risultati scarsi o con alti costi emotivi.
Il conflict coaching può anche essere rivolto ad affrontare una particolare controversia. Il soggetto concentra la propria attenzione su quel conflitto concreto, che sta avendo influenza sul lavoro o sulle relazioni lavorative. In questi casi il coaching ha lo scopo di guidare la persona attraverso un’analisi strutturata della disputa, impegnandola in un dialogo mirato al problem-solving con l’altra persona.
Sia per il coaching generale che per quello centrato su una lite sono previsti diversi strumenti e tecniche formative. Vi sono anche alcuni tipi di coaching che riguardano la negoziazione e la conciliazione. In particolare, questo tipo di formazione prepara le persone a comprendere quelle che saranno le aspettative della controparte e a preparare le risposte appropriate.
Oltre al coaching individuale, però, molte organizzazioni utilizzano altri metodi per migliorare i loro metodi di gestione dei conflitti. Fra gli esempi possiamo menzionare i workshop per la comunicazione, i training alla conciliazione ed alla negoziazione, il coaching sul lavoro di squadra ecc.
L’utilizzo integrato di diversi approcci trasmette non solo l’immagine di una organizzazione che ritiene importante la gestione efficace del conflitto, ma fornisce inoltre una molteplicità di occasioni che permettono alle persone di imparare e cambiare.
Giuseppe De Palo
Luigi Cominelli