Affinché una procedura di mediazione abbia successo è bene che gli avvocati seguano alcune buone prassi. L’avvocato Alexander S. Polsky, mediatore di JAMS negli Stati Uniti con una espereinza di più d 10.000 mediazioni, ha stilato una lista dei 10 errori più comuni che è bene evitare. La stessa è stata pubblicata sulla rivista di diritto Orange County Lawyer. Ecco gli errori da evitare secondo l’avvocato Alexander S.Polsky:
1) Mediare troppo presto
La mediazione rappresenta un modo per ridurre costi e rischi, ma affinché una mediazione abbia successo è necessario che gli avvocati delle parti abbiano delle conoscenze dettagliate dei fatti oggetto della controversia tra le parti. Se si procede ad un accordo troppo presto vi è il rischio che la controparte richieda un supplemento di indagine o che si addivenga ad una decisione non equa basandosi su informazioni limitate.
2) Non preparare il mediatore
Secondo l’avvocato Alexander S. Polsky, il mediatore ha bisogno di avere informazioni sul caso, le stesse però non devono essere portate al momento dell’incontro con le parti, ma in precedenza in modo che possa già avere un quadro piuttosto delineato. È consigliato presentare una memoria, questa deve essere chiara, completa, ma allo stesso tempo sintetica. Costituirebbe un cattivo approccio presentare un documento troppo complesso o scritto male, con materiale inutile, perché questo costringerebbe il mediatore a fare una sorta di analisi del testo al fine di scorporare le parti che ritiene inutili ai fini della decisione. È bene stare attenti anche agli errori di battitura che costituiscono comunque una presentazione non idonea.
3) Richieste non razionali
Un altro errore da evitare sono le richieste irrazionali, cioè non congrue rispetto a quelli che sono i fatti di cui si discute. Secondo l’esperto mediatore degli Stati Uniti Alexander S. Polsky, l’effetto in questo caso non è suscitare timore, ma, al contrario, si raffredda la comunicazione con un’elevata possibilità di fallimento della procedura. È, ad esempio, capitato che durante la procedura di mediazione sia stato chiesto un risarcimento 10 volte superiore rispetto al reale valore della questione. Il risultato è stato la rinuncia alla mediazione e il ricorso al giudice, davanti a questo è stato riconosciuto il reale valore del risarcimento dovuto con perdita di tempo e soldi. Le parti devono quindi essere in buona fede.
4) Avere fretta
Prendere il giusto tempo per preparare la mediazione, e quindi studiare in modo approfondito la situazione, permette di essere preparati per ogni eventuale colpo di scena ed essere in grado di gestire la mediazione stessa.
5) Non preparare il proprio cliente
L’avvocato Polsky afferma che il cliente deve essere preparato alla mediazione in modo che non possa avere delle aspettative eccessivamente alte o basse rispetto a quelle che saranno le reali conclusioni. Durante la mediazione devono essere presenti solo le persone a cui la stessa è strettamente inerente, si deve far in modo che il cliente possa avere una reale partecipazione e sia in grado di capire cosa sta succedendo senza che vi sia la possibilità di fraintendimenti. Sono da evitare gli attacchi personali alla controparte, infatti, questi non sono idonei a ridurre la litigiosità, obiettivo che, invece, è proprio della mediazione in materia civile e commerciale. Ciò non vuol dire che durante le procedure non possano essere sollevate delle critiche, ma il modo con cui si procede può fare la differenza e portare al fallimento della mediazione.
6) Fare richieste ridicole
un altro errore frequente è rappresentato dalle richieste ridicole, come ad esempio introduzione di nuovi elementi o la richiesta di nuovi termini, oppure il rimbalzo delle proposte tra le parti con l’aggiunta di offerte ridicole. Tutti questi mezzi non rientrano nell’ambito della comunicazione tra le parti, ma minano semplicemente la loro credibilità.
7) Trattenere informazioni
Anche se può sembrare una tattica vincente volta ad insinuare il dubbio nella controparte e portarla ad una certa arrendevolezza, si tratta sempre di un comportamento scorretto anche nei confronti del mediatore. Se, infatti, una parte dice di essere in possesso di prove che possono danneggiare la controparte, ma non le porta alla luce, è come se chiedesse al mediatore di decidere senza sapere tutto sulla controversia, mentre per l’altra parte è come negoziare con un fantasma.
8) Chiedere nuovi termini
La richiesta di nuovi termini porta ad una perdita del lavoro fatto dal mediatore per conquistare la fiducia delle parti, infatti, se al momento in cui si sta per addivenire ad una decisione si rende necessario uno slittamento, la controparte è propensa ad abbandonare.
9) Mancanza di rispetto tra avvocati
Per avere una mediazione di successo è necessario che le difese delle parti riescano a mettere da parte la tecnica del contraddittorio, tipica del processo, ed instaurino una comunicazione più consona al tipo di procedura che si tenta di portare avanti. Il mediatore e avvocato Polsky, esperto della materia negli Stati Uniti sottolinea che è importante per l’avvocato non restare bloccato nella propria percezione dei fatti, ma aprirsi il più possibile alle altrui proposte e provare anche ad immedesimarsi nella controparte. Un simile atteggiamento potrebbe essere controproducente perché la mediazione è volta a mediare appunto tra le parti e non a prevaricare su tutto.
10) Chiedere (troppo presto) al mediatore la sua valutazione
Immaginatevi se dopo un’ora dall’inizio della mediazione, gli avvocati chiedono al mediatore la sua valutazione sul caso e una sua opinione sull’ammontare dell’accordo transattivo. La risposta è irrilevante perchè nessuno conosce a priori il valore della transazione. L’accordo è funzione di quanto il convenuto è disposto a pagare e il richiedente ad accettare. All’inizio della mediazione, il mediatore ha pochi elementi per esprimere una sua opinione che potrebbe minare la sua percezione di neutralità.