Il Governatore della Florida, Jeb Bush, la scorsa settimana ha firmato un apposito disegno di legge per allargare l’esistente tutela della confidenzialità nelle conciliazioni ordinate dalle Corti.
La nuova legge delinea anche le circostanze in base alle quali il principio della confidenzialità nella conciliazione può essere derogato, assicurando più chiarezza ad un procedimento che fino ad ora è stato gestito caso per caso.
Sharon Press, direttore del Florida Dispute Resolution Center, ha affermato che l’adozione di tale legge è “estremamente significativa”per la risoluzione alternativa delle controversie nello Stato. Le parti ed i conciliatori comprenderanno, ora, più chiaramente, quali comunicazioni sono confidenziali e quali sono le eccezioni alla confidenzialità .
Il Mediation Confidentiality and Privilege Act’ consolida varie legislazioni sulla conciliazione per tutelare la confidenzialità durante il suo svolgimento. In base a tale legge, tutte le comunicazioni fatte nel corso della conciliazione sono confidenziali, e ai partecipanti ad essa è proibito divulgare tali comunicazioni, eccetto che agli altri partecipanti al procedimento o ai loro rappresentanti.
Inoltre, le parti godono della facoltà di rifiutare di testimoniare e possono impedire che altre persone testimonino in un successivo procedimento riguardante le dichiarazioni fatte nel corso della conciliazione. Le uniche eccezioni a detta facoltà includono: gli accordi raggiunti e firmati nel corso della conciliazione, i casi in cui si è spressamente rinunciato a tale la facoltà , le dichiarazioni utilizzate per commettere un reato, quelle che devono essere rivelate se ciò è previsto dalla legge e le informazioni che servono a provare la negligenza professionale.
Le parti che rivelano le comunicazioni rese nel corso della conciliazione sono perciò assoggettate ai rimedi civili che includono le riparazioni equitative, il risarcimento del danno, il pagamento degli onorari degli avvocati e dei conciliatori e dei costi del procedimento di conciliazione.
In ogni caso, il disegno di legge limita le azioni per la violazione del principio della confidenzialità “che non possono essere iniziate più tardi dei due anni dalla data in cui la parte ha la ragionevole opportunità di scoprire la violazione della confidenzialità , ma in ogni caso non più tardi di 4 anni dalla data della violazione”.
Tale disegno di legge, inoltre, prevede delle particolari immunità dalla responsabilità se si è agito come conciliatore, arbitro o “praticante che osserva i requisiti prescritti per ottenere il certificato di conciliatore dalla Suprema Corte”.
Le immunità non si applicano però se il conciliatore “agisce in mala fede o con scopo intenzionale o in modo da manifestare ingiustificata e volontaria inosservanza dei diritti umani, della salute o della proprietà “.
Nella prima versione, tuttavia, il disegno di legge conteneva un’eccezione per le comunicazioni fatte durante le conciliazioni ordinate dalla Corte, che dovevano essere rivelate in forza del diritto pubblico applicabile, ma essa è stata eliminata per rendere la legge più accettabile agli operatori del diritto, che ritenevano che quelle dichiarazioni dovessero essere comunque adeguatamente protette.