In pochi anni le sentenze emesse dalla sezione lavoro della Corte di Cassazione sono raddoppiate, passando da 5mila a 10mila, a testimonianza di un carico giudiziario sempre crescente. Di qui l’esigenza di rimettere mano al rito del lavoro.
Il disegno di legge approntato dalla commissione ad hoc per la riforma del processo del lavoro prevede tra le altre cose un ruolo privilegiato per la conciliazione. La conciliazione rimane obbligatoria, salvo alcune controversie come quelle previdenziali, e il difensore sarà coinvolto nell’assistenza del cliente fin dalla fase precontenziosa.
La prima udienza del processo del lavoro, da fissarsi entro 60 giorni dal ricorso, dovrebbe dunque essere riservata al tentativo di conciliazione, compiuto dal giudice direttamente o da un conciliatore delegato iscritto in un apposito albo. L’assenza ingiustificata della parte interessata all’udienza di conciliazione verrebbe sanzionata con l’estinzione del processo. In caso di mancato successo del tentativo di conciliazione, invece, dovrà essere dato atto nel verbale delle ipotesi di soluzione emerse nel procedimento.