La Corte Suprema dello stato del Maryland ha fornito il suo parere favorevole a un emendamento che incoraggia gli avvocati a informare i clienti sulla possibilità di ricorrere alla conciliazione.
L’emendamento è stato presentato dal Comitato per le norme processuali e la pratica professionale del Maryland. Il nuovo articolo 2.1 del codice deontologico forense, disciplinante la condotta professionale e le responsabilità del legale nelle vesti di consulente, dispone che l’avvocato debba rendere il proprio servizio in modo indipendente e corretto, facendo riferimento non soltanto alle norme giuridiche ma anche agli aspetti morali, economici, sociali e politici che siano rilevanti in riferimento alla specifica situazione in cui si trovi il cliente.
Gli avvocati non sono tenuti a fornire ai clienti una consulenza non richiesta, tranne nel caso in cui le circostanze obiettivamente lo rendano necessario. Ma quando un caso potrebbe sfociare in un giudizio, e in base all’opinione dell’avvocato sarebbero praticabili una o più forme di soluzione alternativa delle controversie, egli dovrebbe consigliare il proprio cliente di servirsene.
L’utilizzo del condizionale è frutto di un compromesso e ha reso per l’avvocato tale scelta facoltativa, così come è avvenuto anche in Alaska, nel Colorado, nel Massachusetts, nel Tennessee, nella Virginia e nelle Hawaii. Le norme professionali del Vermont rendono, invece, obbligatorio consigliare l’utilizzo delle ADR, tutte le volte in cui ciò sia opportuno.