L’accordo raggiunto circa un anno fa tra la società americana e l’amministrazione Bush, grazie all’intervento del conciliatore Eric Green, è perfettamente legittimo.
Il giudice federale di Washington, Colleen Kollar-Kotelly, ha respinto il ricorso di 9 Stati contro l’accordo raggiunto, dichiarando che intese come quella in questione “vanno a favore dell’interesse pubblico”. Lo stesso giudice non ha mai fatto mistero di desiderare una veloce conclusione della vicenda giudiziaria, che si protrae ormai da circa 4 anni; proprio per favorire il raggiungimento di un rapido compromesso, Colleen Kollar-Kotelly, nell’ottobre del 2001 aveva ordinato di esperire un tentativo di conciliazione, il quale, in poco tempo portò ad un accordo transattivi sottoscritto congiuntamente dal Dipartimento di Giustizia e dalla Microsoft.
Alle parole del giudice federale fanno eco le affermazioni del ministro della Giustizia John Ashcroft: “l’intesa, approvata dal tribunale di Washington, sarà fondamentale per riportare certezza e stabilità in un settore vitale dell’economia”.
L’accordo, che ha una durata di cinque anni, prevede restrizioni nell’attività del gruppo Microsoft, volte a ripristinare la concorrenza nel settore; il controllo della sua attuazione sarà affidato non ad una commissione tecnica, ma ad un comitato di cui farà parte la stessa Microsoft, il Dipartimento Giustizia e soggetti indipendenti con il compito di monitorare la condotta e rivedere la corretta tenuta delle scritture contabili.