Una recente statistica effettuata tra leader dell’economia e del settore legale, indica la tendenza ad un crescente supporto della conciliazione sia nell’ambito delle controversie internazionali che nazionali, insieme alla conseguente necessità di incrementare la formazione di avvocati e manager nella pratica e nell’uso della conciliazione.
Thomas J. Stipanowich, Presidente del CEO del CPR Institute di New York, ha affermato che in base ad una statistica effettuata dalla sua organizzazione si rileva, inoltre, che un sempre crescente interesse nella conciliazione può essere garantito dalle società e dal settore legale piuttosto che dai governi e dai tribunali.
Con specifico riferimento alla promozione della conciliazione commerciale, il 36% degli intervistati ha risposto che dovrebbe essere effettuata dalle società e dagli studi legali, mentre il 34% ha espresso una opinione favorevole sulla necessità di incrementare la formazione e l’informazione sui benefici della conciliazione nello svolgimento delle attività commerciali.
A seguito di tale statistica si è potuto comprendere, in particolare, che i consulenti all’interno delle imprese possono potenzialmente svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo della conciliazione, anche al fine di un maggiore coinvolgimento diretto del settore legale all’interno delle società .
L’indagine svolta dal CPR sugli sviluppi della conciliazione commerciale in Europa è stata condotta durante il CPR’s European Business Mediation Congress, tenutosi alla fine di ottobre all’Aja. I partecipanti al convegno erano principalmente consulenti legali e d’impresa provenienti dalle più grandi multinazionali d’Europa, nonchè avvocati, giudici ai più alti livelli e alcuni consulenti d’impresa americani.
Stipanowich ha affermato che in tale occasione si è potuto discutere su come promuovere ed incrementare l’uso della conciliazione anche nell’ottica di poter utilizzare tale strumento alternativo di risoluzione delle controversie nello svolgimento delle attività di tutti i giorni. A tal proposito, ha rilevato che uno dei risultati più incoraggianti è stata la risposta incredibilmente positiva da parte dei consulenti d’impresa e dei leader nel mondo economico in merito al fatto che le società “dovrebbero adottare delle politiche di conciliazione in tutte le situazioni in cui risultino efficaci, incluse le clausole contrattuali”.
La statistica ha dimostrato che l’86% dei partecipanti è favorevole a che le società adottino una politica formale sull’uso della conciliazione. Difatti solo il 7% si è espresso in senso contrario.
L’uso più diffuso della conciliazione nelle controversie commerciali è stato inoltre interpretato come uno strumento adatto a stimolare l’attività economica. Il 32% dei partecipanti ha infatti affermato che avrebbe avuto un impatto “sostanzialmente”positivo, mentre il 58% ha sostenuto che l’impatto sarebbe stato “sicuramente”positivo. Solo il 10% ha affermato che non vi sarebbe stata alcuna conseguenza.
Facendo un esempio pratico, il Regno Unito ha iniziato a supportare l’uso della conciliazione in modo particolarmente diffuso già cinque anni fa, e si è potuto verificare come negli ultimi anni di fatto tale diffusione abbia consentito un mutamento notevole nella propensione delle parti all’uso della stessa ai fini della risoluzione delle controversie. Tale sviluppo si sta progressivamente estendendo al continente europeo e sempre più frequentemente i tribunali istituiscono dei progetti pilota per consentire lo sviluppo di tale procedimento. Anche in Italia, in Belgio e in Olanda sono stati di recente avviati dei progetti pilota sulla conciliazione. Peraltro, con particolare riferimento alla promozione della conciliazione commerciale da parte dei tribunali, la statistica svolta dal CPR ha dimostrato che il 17% ha risposto che il “ruolo dei tribunali è fondamentale”, il 56% che “è importante ed utile”ed il 19% che “non ha grande importanza”.
Poichè l’uso della conciliazione è un dato di fatto che sta progressivamente diffondendosi e che risulta essere sempre più indispensabile, la formazione degli avvocati e dei consulenti d’impresa appare un ulteriore elemento fondamentale per lo sviluppo di tale procedimento. Sempre in riferimento alla statistica effettuata, l’81% dei partecipanti ha affermato che le società dovrebbero investire nella formazione degli avvocati e dei dirigenti in materia di negoziazione e conciliazione.
I partecipanti hanno inoltre espresso l’opinione secondo cui la formazione agevolerebbe gli avvocati nello svolgimento della loro attività come consulenti e difensori all’interno del procedimento di conciliazione. Servirebbe inoltre ad introdurre nel modo più appropriato i concetti fondamentali su cosa rappresenti in termini di benefici, ed in concreto, l’uso di tale procedimento, aiutando peraltro le società ad essere più propositive nel promuovere e utilizzare la conciliazione.
Il punto di divergenza maggiore si è rivelato nel ruolo che dovrebbe svolgere lo stato nella regolamentazione della conciliazione. Il 20% degli intervistati si è, infatti, dimostrato sfavorevole a qualsiasi regolamentazione statale della conciliazione commerciale, il 37% favorevole ad una regolamentazione della conciliazione a livello nazionale, mentre il 43% propenso alla predisposizione di standard professionali a livello Europeo.
In ogni caso i partecipanti hanno anche ritenuto positivi i recenti interventi da parte della Commissione Europea, ed in particolare hanno riconosciuto l’importanza e l’utilità della direttiva che ha richiesto esplicitamente ai singoli stati di adottare delle policies specifiche per promuovere la diffusione della conciliazione nell’ambito delle controversie civili e commerciali.
Sebbene da un lato essi si siano dimostrati favorevoli a tale direttiva, hanno peraltro anche espresso l’opinione che l’ADR nell’ambito commerciale dovrebbe essere trattata in modo specifico e distinto dalla conciliazione delle controversie civili. Hanno, inoltre, affermato che alla luce della attuazione in concreto di tale direttiva, sarà necessario che essa recepisca e sia strutturata sulle effettive esigenze delle società e che consenta sempre un margine di autonomia.
Uno strumento di promozione della conciliazione accolto positivamente dai partecipanti, è stato quello di incentivare la comunicazione tra le società delle proprie esperienze positive sull’uso della conciliazione. Il fatto, cioè, di condividere le proprie esperienze consente di creare un maggiore consenso.
In sintesi, si può concludere dalle risposte dei partecipanti, che questo è un momento favorevole per lo sviluppo della conciliazione.