La Southern California Mediation Association (SCMA) ha di recente presentato un’istanza alla Corte Suprema dello Stato della California, per esortare la conferma della decisione espressa dalla Corte d’Appello nel noto caso Rojas.
In Rojas, la Corte d’Appello aveva dichiarato di ritenere perfettamente legittimo l’utilizzo in sede processuale di prove materiali (la c.d. raw evidence) precedentemente esibite nel corso di una conciliazione.
Sulle orme della sentenza pronunciata nel caso Rojas, la SCMA ritiene opportuno limitare la riservatezza nella conciliazione alle sole prove sostanziali, ovvero a quelle prove prodotte o costituite appositamente per la conciliazione, quali le ammissioni fatte e le comunicazioni o le discussioni svolte per trovare un accordo.
Se tutte le prove presentate nella conciliazione fossero automaticamente rese inutilizzabili in altra sede, secondo la SCMA la conciliazione diverrebbe “un mezzo privilegiato per nascondere ogni prova scomoda”. Ad avviso della associazione californiana, dunque, limitare l’estensione della riservatezza nella conciliazione è indispensabile al fine di salvaguardarne l’integrità procedurale.
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