È in uscita sul prestigioso Negotiation Journal dell’Università di Harvard un articolo sulla situazione della conciliazione in Italia a firma del presidente di ADR Center, Giuseppe De Palo, e di Penelope Harley dell’Università di Hamline.
L’Italia è il più attivo fra i paesi che hanno adottato un approccio “legale”alla conciliazione (appartengono a questo gruppo anche Francia, Germania, Spagna e Grecia). Negli ultimi 15 anni si sono susseguiti numerosi interventi legislativi che hanno introdotto la conciliazione in diversi settori. Però la conciliazione stenta ancora a decollare.
Secondo De Palo e Harley, il problema principale è che in Italia le iniziative legislative sono cadute in un vuoto “culturale”. Un’inchiesta condotta nel 2004 dall’International Institute for Conflict Prevention and Resolution (CPR), ha mostrato che nel nostro paese la percentuale degli avvocati che conoscono e consigliano la conciliazione ai propri clienti è decisamente bassa. Solo il 5% degli avvocati suggerisce alle aziende di rivolgersi a un conciliatore prima di andare in arbitrato o in giudizio. Solo il 20% delle aziende inseriscono abitualmente nei loro contratti clausole di ADR.
Il trend sta, però, cambiando proprio in questi ultimi anni. I segnali sono ancora molto timidi, ma è evidente che oggi molte grandi aziende stanno iniziando a fare un uso più sistematico della conciliazione. Il numero dei procedimenti di ADR sta, difatti, crescendo a ritmi finalmente soddisfacenti, anche se in termini assoluti rimane ancora basso. Mancano interventi legislativi più organici e soprattutto una vera cultura della conciliazione, che in ultima analisi è affidata alla capacità di innovazione e all’iniziativa dei professionisti del diritto.