Edward Rendell, governatore della Pennsylvania, ha recentemente approvato una legge di riforma del contenzioso del lavoro che rende obbligatorio il ricorso alla conciliazione. Lo scopo della nuova legge è di “accelerare il processo di risoluzione delle liti” con regole più chiare.
Questo intervento è apparso indispensabile data la lentezza e la rigidità del processo ordinario. Fra le peculiarità della riforma vi è la creazione di un fondo di garanzia per i lavoratori, che tra le altre cose rimborserà diritti e onorari legali per le liti concluse con un accordo conciliativo.
Ai termini della nuova procedura, per conciliazione si intende un incontro conciliativo condotto dal giudice del lavoro con la partecipazione personale o in teleconferenza delle parti in causa e dei rispettivi legali.
I soggetti che prendono parte alla procedura conciliativa, e in particolare il legale rappresentante della società attrice o resistente, devono possedere l’autorità per dirimere e transigere la lite. Le parti devono avere l’autorità per accettare, modificare o rifiutare la proposta transattiva oggetto della procedura, sia in pendenza della stessa sia dopo un termine ragionevole stabilito dal giudice del lavoro.
In ogni controversia di lavoro dovrà essere specificato un termine perentorio per ricorrere alla procedura, prevedendo una data precisa per l’incontro di conciliazione.