Pubblicato su Panorama online il 18 Marzo 2021 da Maurizio Tortorella
Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha appena lanciato l’allarme: «I tempi dei processi» ha detto «continuano a registrare medie del tutto inadeguate». Poi ha aggiunto che bisogna fare presto, soprattutto per prevenire il collasso della giustizia civile, perché già al primo allentarsi della pandemia ci sarà un’esplosione del contenzioso, che i nostri tribunali sicuramente non riusciranno a reggere.
Il problema, di certo, non è nuovo. Già il 31 maggio 2011, nelle sue ultime Considerazioni finali da governatore della Banca d’Italia, se lo poneva lo stesso Mario Draghi: «Va affrontato alla radice il problema di efficienza della giustizia civile», affermava dieci anni fa l’attuale presidente del Consiglio. E aggiungeva: «La durata stimata dei processi ordinari in primo grado supera i 1.000 giorni e colloca l’Italia al 157esimo posto su 183 Paesi nelle graduatorie stilate dalla Banca Mondiale».
Dieci anni dopo, anche grazie alla competenza specifica del ministro Cartabia, una soluzione concreta ai problemi della nostra giustizia potrebbe venire dall’allargamento della mediazione, e dalla ricerca di soluzioni alternative alla risoluzione del contenzioso. E in prima fila ci sono le soluzioni che da tanto tempo propone ADR Center. Nata nel 1998, in Italia ADR Center (ADR sta per Alternative Dispute Resolution) è il primo organismo neutrale e indipendente a essersi specializzato nella gestione dei conflitti e nella risoluzione alternativa di controversie nazionali e internazionali. Tecnicamente si parla di «mediazione», «arbitrato» e altri «metodi di risoluzione alternativa delle controversie». La mediazione, in particolare, è stata introdotta nel nostro ordinamento nel marzo 2010, proprio per rendere più efficiente il sistema giudiziario civile e commerciale, oltre che come stimolo economico. […]
1 commento
La giustizia consensuale non solo rappresenta l’unica ipotesi concreta per riportare la durata dei procedimenti giudiziari entro i limiti indicati a livello europeo, ma soprattutto costituisce l’unico strumento per cercare di contenere i conflitti sociali. Sempre di più negli ultimi anni una sentenza per quanto tecnicamente perfetta finisce per scontentare tutte le parti, mentre un accordo consensuale è motivo di reciproca soddisfazione. Importante quindi che siano sempre più incrementate le agevolazioni fiscali connesse alla ADR e incentivata la formazione degli operatori del diritto verso questi strumenti.