La Corte Suprema della California ha ultimamente proposto di sospendere i giudici delle Corti di Appello, che trattino per l’ottenimento di un incarico a presiedere le controversie in qualità di conciliatori. Una restrizione questa peraltro già applicata ai giudici che operano nei Tribunali dei singoli Stati.
La normativa sull’arbitrato in materia di diritti dei consumatori, entrata in vigore in California nel 2002, pone difatti dei limiti a carico dei giudici per lo svolgimento dell’attività di conciliatore nei procedimenti di ADR. Il Comitato Etico delle Corti Superiori (High Courts) ritiene al riguardo che non sia legittimo operare alcuna distinzione tra i giudici delle Corti Superiori e quelli delle Corti di Appello, al fine della sospensione.
L’idea della Corte Suprema sta, dunque, circolando in attesa di ottenere una revisione da parte del Comitato Etico (Supreme Court Advisory Committee on the Code of Judicial Ethics). Le osservazioni circa le nuove restrizioni proposte si attendono per la fine di settembre.
Detta proposta aggiungerebbe una nuova sottosezione al Codice Etico per i Giudici dello Stato della California (Code of Judicial Ethics), imponendo la sospensione quando “un giudice ha concretamente negoziato un proprio impegno per un incarico remunerato come conciliatore oppure stia prendendo parte o abbia preso parte negli ultimi due anni a trattative per l’ottenimento di tale tipo di incarico.”
La sospensione sarebbe possibile anche nel caso in cui la proposta di incarico sia stata discussa con delle parti che abbiano in corso una controversia davanti ad un giudice, “relativa all’adempimento di un accordo per la sottoposizione della stessa ad un procedimento di soluzione alternativa delle controversie o per la nomina o l’utilizzo di un terzo neutrale per la soluzione di questa”.
La definizione di “parte”, secondo la summenzionata proposta, include il genitore/la casa madre, un soggetto affidato/una consociata o qualsiasi altro genere di affiliato rispetto alle parti in causa. I soggetti terzi neutrali che presiedono alle procedure di ADR sono considerati: un conciliatore, un arbitro, un giudice onorario, un giudice, un addetto speciale, un esperto terzo neutrale, un incaricato all’attività di conciliazione o un consulente per la conciliazione.
Il Comitato Etico sta anche cercando di rilasciare un proprio commento su una proposta per l’abolizione di un meccanismo, che consente ai giudici di partecipare al programma per l’avvio di un’attività imprenditoriale (Assigned Judges Program), inclusa la fornitura dei servizi di ADR. Attualmente essi sono esonerati da ogni restrizione circa l’utilizzo del proprio nome e titolo in relazione agli annunci economici ed alle attività commerciali.
All’inizio del 2003, però, gli standard e linee guida per gli incarichi giudiziari dei tribunali sono stati modificati, al fine di impedire ai giudici in pensione che partecipino a tale programma di ottenere incarichi remunerati come soggetti terzi neutrali nei procedimenti di ADR. Secondo il Comitato difatti, non essendo più in grado di operare come terzi neutrali dietro il pagamento di un corrispettivo, i giudici in pensione non godono più di quei presupposti in ragione dei quali potrebbero utilizzare il proprio nome o il proprio titolo per promuovere l’avvio di un’attività imprenditoriale o commerciale.