Una Corte d’Appello della California ha stabilito di recente che il giudice di merito non può discrezionalmente derogare alla regola della confidenzialità della conciliazione, nemmeno quando risulti che durante la conciliazione il convenuto abbia violato un dovere deontologico.
Anche se l’intento del tribunale di primo grado è quello di portare alla luce le prove dell’infedeltà professionale del convenuto, l’articolo 1119 dell’Evidence Code della California e la giurisprudenza della Corte Suprema dello stato proibiscono qualsiasi tipo di eccezione.
Nel caso di specie, un avvocato è stato chiamato in giudizio dall’ex-cliente che lo accusava di avere rivelato alla controparte la sua disponibilità a transigere per una somma più bassa, così da avviare un secondo tentativo di conciliazione e chiudere più celermente la posizione. La Corte d’Appello ha tuttavia suggerito al legislatore di prevedere alcune eccezioni alla regola della confidenzialità per casi analoghi.
Gli avvocati della California tuttavia difendono il carattere inderogabile della confidenzialità. Senza un’adeguata protezione della confidenzialità, il negoziato durante la conciliazione sarebbe meno franco, e dunque le possibilità di trovare un accordo sarebbero minori. Secondo gli avvocati, il legislatore dovrebbe essere molto cauto prima di rivisitare una normativa con la quale avvocati e conciliatori si trovano ormai a loro agio.