Il Presidente Bush ha recentemente firmato una legge (Class Action Fairness Doctrine Act) che limiterà il ricorso alle class actions. Il provvedimento mira a scoraggiare questo tipo di azioni giudiziarie, perchè ritenute da Bush frivole e strumento di alcuni avvocati per ottenere pronunce di condanna di elevato ammontare.
Helen Gonzales di USAction, gruppo liberale ed attivista a favore dei consumatori, ha dichiarato: “i diritti delle grandi società di avvantaggiarsi dell’attività dei lavoratori più anziani e sottopagati e delle comunità locali, sono più importanti dei diritti della media dei cittadini americani”.
Durante la breve cerimonia, Bush ha ripetutamente descritto il suddetto progetto solamente come un inizio. Restrizioni molto più forti saranno presto introdotte nel sistema giuridico americano.
La legge prevede, peraltro, che le class actions del valore di 5 milioni di dollari o superiore possono essere radicate presso il giudice del singolo Stato, solamente quando il convenuto principale e più di un terzo degli attori provengano dal medesimo Stato. Altrimenti, il caso è di competenza del giudice federale.
Secondo Roy Blunt (Partito Repubblicano) radicare le class actions presso i giudici federali, eviterà la sistematica approvazione, da parte dei giudici statali, di transazioni in cui gli avvocati ricevono forti compensi.
Ed Markey (Partito Repubblicano), invece, sostiene che questa legge rappresenta la rivincita dell\’industria del Tabacco, dell’amianto, del petrolio e della chimica, a spese delle famiglie americane.