Riportiamo l’editoriale di Daniele Manca pubblicato su il Corriere della Sera del 27 Novembre <<Gli avvocati si aspettavano forse dal ministro della Giustizia Angelino Alfano qualche apertura, magari un rinvio, del varo di quella «conciliazione obbligatoria» che i professionisti riuniti a Genova per il loro congresso nazionale non gradiscono affatto. Si tratta di quelle norme che dal 20 marzo del 2011 prevedono che prima di promuovere un’ azione legale debba essere tentata obbligatoriamente la strada delle mediazione per gran parte delle controversie di diritto commerciale e civile. Materie come il condominio, le locazioni, i patti di famiglia, i diritti di divisione, successione, diffamazione a mezzo stampa o pubblicità, contratti assicurativi, bancari e via dicendo. L’ apertura non è arrivata. Ed è presumibile che questo sia stato alla base di buona parte delle contestazioni alle quali si è trovato di fronte il ministro. Contestazioni che appaiono difficilmente comprensibili. Il congresso si svolge all’ indomani di un voto storico di approvazione da parte del Senato (manca solo il passaggio alla Camera) della riforma dell’ Avvocatura che la professione attende da decenni e che è stata messa a punto dal governo con il contributo fattivo delle organizzazioni degli avvocati. Vista la considerazione ottenuta dalla categoria da parte dell’ esecutivo ci si sarebbe attesi un confronto tra posizioni più che contestazioni, un metodo ancor più sgradevole in questa occasione. L’ opposizione, per quanto motivata, è a un provvedimento che si propone di garantire ai cittadini tempi brevi nella risoluzione delle proprie dispute. Un tentativo meritevole. Non è contestando il percorso dell’ Adr (alternative dispute resolution), che comunque potrà vedere aggiustamenti in fase di attuazione, che si assolve a quel ruolo sociale al quale gli avvocati giustamente tengono. E se si teme una perdita di centralità, meglio sarebbe, come consigliava nei giorni scorsi sul Corriere Prandstraller, cercare di acquisire nuove funzioni, puntare ad assumere magari nuove attività oggi proprie della magistratura. Daniele Manca>>
Editoriale del Corriere: “Giustizia, i tempi brevi sono un diritto la conciliazione una strada”
Redazione Soluzioni ADR
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1 commento
Non mi riconosco, come tantissimi miei colleghi avvocati, nei vertici dell’OUA e del CNF che difendono posizioni corporativistiche del secolo scorso. Concordo al 100% nel fondo del Corriere della Sera.