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Un arbitro su quattro è donna

Redazione MondoADR

In occasione della giornata internazionale della donna, la Camera Arbitrale di Milano fa il punto sul divario di genere e le professioni legali

Divario di genere e professioni legali

In media, nel 2022, un arbitro su 4 è donna. Se la nomina spetta alle parti, queste scelgono una donna arbitro nel 9% dei casi. Laddove la nomina spetta alla Camera Arbitrale il dato sale a un arbitro su due. Sono i dati estrapolati e diffusi dalla Camera Arbitrale di Milano (CAM), in occasione della Giornata Internazionale della donna, per fare il punto sul divario di genere nelle professioni legali. 

Equal Rapresentation in Arbitration Pledge

Sul tema dell’equa rappresentanza e della riduzione del divario di genere nei tribunali arbitrali, molte istituzioni, hanno sottoscritto l”Equal Rapresentation in Arbitration Pledge” che, oltre a rappresentare un formale impegno, si legge nella nota stampa CAM, “è anche un invito alla comunità arbitrale internazionale ad aumentare, sulla base di pari opportunità, il numero di donne nominate come Arbitri, con l’obiettivo della piena parità”. 

Il Pledge è stato sottoscritto nel 2016 e, ad oggi, conta l’adesione di numerosi studi legali internazionali e Istituzioni arbitrali di tutto il mondo. 

I dati sulle nomine di arbitri donne

Secondo i dati diffusi dalla Camera di Milano, nei procedimenti arbitrali del 2022, 180 sono state le nomine di Arbitri sia di genere femminile che maschile effettuate da CAM, dalle Parti e da Co-Arbitri. 

Le nomine di arbitri donna (ad opera di CAM, delle Parti o dei Co-Arbitri) sono state 45 pari al 25% del totale (1 donna su 4). 

Nei procedimenti amministrati da CAM, invece, 37 sono le donne nominate quali arbitri donna con una percentuale che sale all’82% del totale. 

La quota diminuisce quando la nomina spetta alle parti (9%) o avviene ad opera di Co-Arbitri o di altri soggetti delegati alla nomina (8% delle nomine totali), mentre sulle nomine spettanti a CAM il dato sale a quasi una nomina su due (su 85 nomine, il 43,5% è costituito da donne). 

Impegno formale per garantire l’equa rappresentanza di genere

La Camera Arbitrale di Milano, dal 2016, insieme ad altre istituzioni internazionali, “ha sottoscritto un impegno formale il cosiddetto ‘Pledge’ per garantire l’equa rappresentanza del genere femminile nelle Corti Arbitrali internazionali” ha dichiarato il direttore generale della CAM, Stefano Azzali. 

“Da allora è in costante crescita il numero di arbitri donne nominate da CAM: se la nomina di arbitri spetta a CAM una su due è affidata ad un arbitro donna. Auspichiamo – ha proseguito Azzali – che al momento della nomina degli arbitri, le parti, i difensori e i co-arbitri tengano a mente il valore aggiunto che può derivare dal rendere i tribunali maggiormente rappresentativi della partecipazione non solo quantitativa, ma soprattutto qualitativa, delle donne nel mondo dell’arbitrato”.

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