E’ puntuale e dettagliato lo studio che la Direzione Generale della Commissione europea sulla salute e la tutela del consumatore (DG SANCO) ha commissionato di recente. Il Rapporto offre una panoramica dei modelli di ADR esistenti, descrivendone il funzionamento ed analizzando la loro conformità alle disposizioni previste dalle due Raccomandazioni adottate dalla Commissione europea in merito alla materia del consumo.
Ad emergere è, senza dubbio, il numero sempre crescente di controversie, oltre centinaia di casi, riguardanti i consumatori e risolte tramite le tecniche di ADR. Risulta, inoltre, l’esistenza nei Paesi dell’Ue di ben 750 modelli di ADR diversi tra loro, molti dei quali presenti all’interno di uno stesso Paese. Non solo. Si evidenzia come la maggior parte dei modelli di ADR si presenta come gratuito o a basso costo per il consumatore.
Tuttavia, lungi dal presentare un quadro totalmente roseo, il rapporto mette in risalto le difficoltà nell’utilizzo dei succitati modelli a livello transfrontaliero che stentano di fatto a decollare. I maggiori ostacoli ravvisati riguardano la non conoscenza dell’esistenza di tali meccanismi a causa della frammentazione dei servizi, rintracciata soprattutto nei Paesi più grandi, la non partecipazione delle imprese nonché l’ostacolo delle barriere linguistiche.
In generale, i problemi maggiormente percepiti dai provider di modelli ADR riguardano la possibilità di far conoscere i propri servizi ADR al grande pubblico – quindi promozione e mancanza di fondi per la promozione – soprattutto quando non esiste l’obbligo per l’impresa di informare i propri clienti dell’esistenza di tali meccanismi.