La minaccia di sciopero del pubblico impiego in Germania si è profilata all’orizzonte dopo la decisione del governo Schroeder di ostacolare una proposta avanzata dai conciliatori. Oggetto della controversia è l’aumento dei salari.
In un primo momento i negoziatori avevano nutrito un’esile speranza di accordo. Tuttavia, dopo 4 giorni di discussione, i datori di lavoro hanno rifiutato la proposta elaborata grazie ai conciliatori, definendola “poco realistica”.
Secondo il ministro degli Interni Otto Schily, “se vengono chiesti degli aumenti, dovranno pur essere finanziati. Poichè non siamo in grado di aumentare le entrate e fare nuovi debiti è impossibile, tale finanziamento deve provenire da licenziamenti, e il sindacato non può volere questo.”
Il conciliatore Lehman-Grube, ex-sindaco di Lipsia, ha dichiarato: “Una speranza c’è ancora, ma richiede che entrambe le parti siano disposte a compiere un passo in avanti. Se ognuno persisterà nella propria posizione, allora il conflitto è inevitabile.”
Se il dialogo dovesse fallire, il sindacato potrebbe mettere ai voti la decisione di attuare uno sciopero generale. Sebbene in Germania tali forme di lotta siano poco frequenti, la crisi economica e la volontà dei lavoratori di ottenere aumenti, anche moderati, hanno reso aspro il dialogo tra sindacati e governo.