Sulla mediazione nessun passo indietro, anzi. Il Governo insiste nel sottolineare la funzione fondamentale della procedura conciliativa per il decongestionamento del nostro “Sistema Giustizia”. Non sorprende, dunque, l’ulteriore passo fatto in questa direzione. A qualche mese dalla pubblicazione del Decreto legislativo n. 28/2010, il Governo ha presentato un emendamento alla Manovra Finanziaria che rafforza il ricorso agli organismi di mediazione per le cause civili pendenti in Corte d’Appello. Ecco cosa prevede:
<<18. Nei procedimenti civili contenziosi aventi ad oggetto diritti disponibili che, alla data di entrata in vigore della presente legge, pendono dinanzi al tribunale, il giudice, su istanza anche di una sola parte, procede al tentativo di conciliazione previsto dall’articolo 185 del codice di procedura civile. Nei procedimenti civili contenziosi aventi ad oggetto diritti disponibili che, alla data di entrata in vigore della presente legge, pendono dinanzi alla Corte d’Appello, il giudice, su istanza di parte, anche con decreto pronunziato fuori udienza, rinvia il processo per un periodo di sei mesi per l’espletamento del procedimento di mediazione ai sensi del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, assegnando contestualmente alla parte richiedente il termine di quindici giorni per la presentazione della domanda di mediazione, e le spese del medesimo procedimento sono integralmente anticipate dalla parte istante. Le istanze previste dal presente comma devono essere proposte, a pena di decadenza, entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge.>>
Negli stessi giorni in cui impazza il dibattito e la protesta dell’OUA su alcuni aspetti del D.Lgs 28/2010, il governo risponde con i fatti confermando e, se vogliamo, rafforzando la sua linea, ferma nella convinta promozione della mediazione.