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Il modello italiano di mediazione spiegato ai colleghi stranieri

Leonardo D'Urso

Adjunct Professor allo Straus Institute for Dispute Resolution della Pepperdine University (Malibu-CA, USA), esperto in tema di mediazione al CEPEJ – Consiglio d’Europa, membro del Board of Director of the Weinstein International Foundation – Mediating a Better Future, mediatore e co-fondatore di ADR Center.

Nelle conferenze in tema di mediazione all’estero, sempre più spesso ho notato che mediatori e avvocati stranieri nel commentare la normativa italiana confondono la vecchia discplina del D.Lgs. 28/10 con quella attuale, modificata con il Decreto del Fare nel 2013, riferendosi in maniera generica con “the Itailan mandatory mediation“.  Perfino in un recente importante rapporto sulla mediazione del Ministero della Giustiza del Regno Unito, la normativa e l’esperienza italiana era stata rappresentata in maniera profondamente errata. La complessità della nostra normativa e le sue alterne vicende non aiutano certamente.

A oltre quattro anni dalla sua entrata in vigore, ho cercato di illustrare in maniera semplice la nostra normativa e i risultati raggiunti in un articolo pubblicato dalla rivista Alternatives del famoso International Institute for Conflict Prevention & Resolution (CPR) di New York. Per facilitare la sua diffusione, la rivista ha accettato la distribuzione gratuita dell’articolo che può quindi essere scaricato e diffuso.

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