Convegno CNF
26 maggio 2016
Saluto del Ministro della Giustizia, On. Orlando
Autorità tutte, Signore e Signori,
voglio rivolgere al Consiglio Nazionale Forense un sentito ringraziamento per aver organizzato l’odierna occasione di confronto su un tema così rilevante per la nostra giustizia civile.
Siamo tutti consapevoli di quanto in questi anni sia stata diffusa, anche a livello internazionale, la critica al funzionamento della giustizia italiana ed al settore civile in particolare. Come si sa, gli effetti di cause trascinate a lungo nei tribunali e di un tasso di litigiosità molto alto incidono sulla fiducia del cittadino e delle imprese riguardo al servizio offerto dalla giustizia. In un quadro complessivo dì criticità che non è mia intenzione esaminare, gli interventi legislativi predisposti ed ora in discussione, insieme a quelli già attuati, si muovono su più fronti, tra cui ricordo soltanto quello concernente il processo civile e quello relativo alla specializzazione dei tribunali. D’altra parte, di fronte ad un pesante fardello rappresentato dall’arretrato civile, questo Governo ha ritenuto sin dall’inizio di intervenire sul fronte della domanda di giustizia favorendo strumenti di risoluzione alternativi alla giurisdizione. Strumenti, questi, in parte già previsti nel nostro ordinamento, ma che potevano e debbono ancora essere rafforzati.
Non solo in ragione del fatto che grazie ad essi sono stesse parti ad autodefinire il proprio assetto di interessi. Ma anche nella considerazione di procedere ad una regolamentazione del procedimento attraverso cui le parti possono pervenire alla definizione della controversia soprattutto all’efficacia da attribuirsi all’accordo raggiunto.
È stato rafforzato il procedimento di media-conciliazione già introdotto negli anni precedenti e reso obbligatorio per determinate materie più suscettibili di procedimento negoziale. Si e regolata la negoziazione assistita, introducendo in modo generalizzato una procedura amministrata e regolamentata. Essa è stata estesa anche alla materia matrimoniale, consentendo in alcuni casi specifici la separazione e il divorzio consensuale davanti al sindaco senza l’obbligo dell’avvocato e con un costo molto basso.
Oggi, dati statistici relativi all’anno 2015 danno una prima significativa misura di quanto fatto. Per quanto riguarda il procedimento di mediazione, infatti, si evince che, se da un lato solo il 44,9 per cento della parte invitata compare, d’altro lato, ove la stessa compare, l’esito positivo delle mediazioni è del 43,5%. Il che vuoi dire, semplicemente, che se le parti intendono effettivamente procedere oltre il primo incontro, vi è un’alta percentuale di possibilità che le stessi trovino un accordo.
Guardando ad una dimensione più generale, si potrebbero ricordare i dati a consuntivo da cui emerge che, rispetto al 2013, nel 2015 sono calate di circa 200.000 le iscrizioni di nuovi affari di civile ordinario. E nello stesso periodo sono calati anche ricorsi in Appello del -10%. Senza dubbio, i fattori che hanno inciso su questo decremento sono molteplici, e tra questi non ultima ha inciso anche la crisi economica. Ma un panorama di cause complesse non ci deve far trascurare l’incidenza che provvedimenti di degiurisdizionalizzazione hanno avuto sulla realtà che esaminiamo attraverso i dati.
Non voglio, però, andare oltre enumerando dati, che peraltro immagino saranno considerati approfonditamente durante convegno. Mi limito a dire invece che l’attenzione del Governo è alta rispetto ai punti che richiedono ancora una sistemazione. Penso ai quei profili che consentirebbero di utilizzare in modo più adeguato gli strumenti di risoluzione alternativa. Penso ad un ulteriore allargamento delle materie obbligatoriamente destinate alla mediazione. Ed ancora al potere già oggi attribuito al giudice di imporre le parti del giudizio e di attivare il procedimento dove ne veda i presupposti. In quest’ottica di elevato interesse, ho voluto istituire una commissione di studi presso il Ministero con la finalità di segnalare proposte dirette alla armonizzazione e razionalizzazione del quadro normativo vigente.
E per un maggior coinvolgimento dell’avvocatura, ho affidato la presidenza della commissione al Prof. Alpa, che conoscete bene in quanto Presidente del CNF fino a pochi mesi fa. Sarà, quindi, sulle preziose indicazioni provenienti dalla commissione, oltre che da occasioni di studio come quella odierna, che si porranno le basi per i necessari interventi normativi diretti a rendere più efficace il ricorso agli strumenti alternativi di della controversia.
Vi ringrazio
12 commenti
Contrariamente al Ministro, sono Avvocato da 37 anni e la mediazione è un flop in assoluto come tutti gli Avvocati(non mediatori) e i Giudici confermano. L’unica utilità è consentire ad alcuni avvocati senza lavoro di svolgere una attività e sentirsi importanti.
Per i clienti, nella quasi totaslità dei casi, rappresenta un aumento dei costi della causa di almeno 50 Euro.
Contrariamente a quanto sostiene l’Avvocato che mi ha preceduto nei commenti, sono un mediatore civile che, in virtù dell’esperienza acquisita, posso sostenere senza tema di essere smentito, che la mediazione potrebbe essere la soluzione di tutti i problemi della giustizia italiana. Un consiglio al Ministero della giustizia, ampliare a tutte le materie in ambito civilistico e penale a querela l’obbligatorietà della mediazione ed eliminare la presenza obbligatoria degli avvocati in mediazione che, nella maggioranza dei casi, o sono nocivi o, nella migliore delle ipotesi, sono irrilevanti, facendo lievitare inutilmente i costi sopportati dai clienti.
@Roberto Delitala
giustizia a pagamento. punto e basta.
“Tra il 2013 ed il 2015 le iscrizioni di cause civili in Tribunale sono diminuite dell’ 8%, quelle nell’ambito della mediazione del 16%. E, si potrebbe aggiungere, ‘tutto il resto è noia’.
“Il numero delle mediazioni avviate nel 2015 è cresciuto a 19.625 (+9% rispetto al 2014), il tasso di successo delle procedure dove le parti proseguono oltre il primo incontro si attesta su un più che soddisfacente 43%, ma il deludente minuetto, che troppe volte va in scena proprio nel primo incontro, mantiene il tasso “di realizzo” delle mediazioni (numero di accordi raggiunti / numero di procedure avviate) ad un misero 10%.
” …………………. In sintesi, lo strumento funziona, ma ha margini amplissimi di miglioramento”.
Per chi fosse interessato “Mediazione civile e commerciale e negoziazione assistita in Italia nel 2015 primi dati statistici” in
http://blogconciliazione.com/2016/03/mediazione-e-negoziazione-assistita-nel-2015-i-primi-dati-statistici/
@Roberto Delitala
Non è affatto vero che gli avvocati mediatori asseriscono che la mediazione è un flop. Forse sarà nella mente di quei legali tenacemente attaccati al passato e che non riescono a vedere al di là del proprio naso.Io sono conciliatore dal 2004 e mediatore ( il che è lo stesso, cambia solo il nome) dal 2011 e posso confermare in assoluto che i migliori mediatori dell’Organismo al quale appartengo sono avvocati (non quelli ” di diritto ” ma quelli che hanno frequentato un corso serio e completo). Oltre a ciò, caro Roberto, se anche i Giudici, come lei dice, asseriscono che la mediazione è un flop, mi spieghi perchè a noi arrivano tante mediazioni delegate. Per inciso,dal punto di vista economico, è più conveniente per un avvocato ( non necessariamente mediatore) assistere un cliente in una mediazione che non impiantare una causa ( Lei preferisce (cifre a caso) € 500 subito o €. 5000 tra cinque o sei anni?). Un consiglio: faccia un corso per mediatori, le si allargherà l’orizzonte.
Cordialità
@Roberto Delitala
Forse altri 37 anni da avvocato non basteranno ad aprirle la mente. Qualche buon corso di Mediatore SI!
A ROberto Delitala
leggo il suo intervento e mi rattristo. Il progresso e l’evoluzione non possono arrestarsi è inevitabile; tutto ciò che è stato avversato nella storia si è sempre affermato ed evoluto; chi contrasta il progresso è un borghese piccolo piccolo e che tale rimarrà.
@Roberto Delitala
Il libero confronto di opinioni arrichisce tutti. Si prega di evitare critiche gratuite a professionisti che hanno opinioni diverse.
@Giuseppe
Il libero confronto di opinioni arrichisce tutti. Si prega di evitare critiche gratuite a professionisti che hanno opinioni diverse.
Alzare i toni non conviene (ed interessa) ad alcuno.
Tuttavia, i mediatori dovrebbero sempre dare esempio (soprattutto a chi non conosce la mediazione) di ascolto empatico e di capacità di comunicazione.
I non mediatori dovrebbero avere la cortesia di informarsi, da fonti qualificate, su un argomento che forse non conoscono in profondità. Uno strumento che fa parte della cultura giuridica italiana (a cominciare da Zaléuco di Locri Epizefiri fino ai giuristi ed ai codici di inizio ‘900) e che, se non è la panacea per risolvere i problemi della giustizia del nostro Paese, di sicuro può dare una mano. Purché lo si conosca.
Per quanto mi riguarda ho cercato di offrire un’analisi sintetica di dati statistici aggiornati. Un confronto su questi ultimi forse sarebbe più utile degli scontri a “Peppone e Don Camillo”.
Non stiamo a gurdare le proporzione del 43% o del 48% e seguito , quello che conta è il decidersi a ridurre i tempi biblici delle cause.
Non è possibile attendere anni e anni la definizione della stessa aspettando il famoso verdetto.Il cittadino è obbligato a non credere nella funzionalità della giustizia , che invece dovrebbe tutelare la cittadinanza.
@Roberto Delitala
Non le sembra d’essere stato troppo severo con il suo apprezzamento verso i colleghi? Al loro posto mi offenderei moltissimo di tale giudizio