Ormai, grazie ad Adr Center, la mia esperienza in fatto di Mediazione cresce di giorno in giorno. Tutti noi siamo perfettamente coscienti del fatto che si tratta di materia, per quasi tutti noi, tanto interessante quanto nuova, e che in Italia, grazie ad una legge lungimirante ma come tutte le cose umane perfettibile, è ormai radicata ma pur sempre in continua evoluzione: basti vedere le modifiche al DM 180/11, entrate in vigore a fine agosto con il DM/145/11, e quelle al Codice Deontologico degli Avvocati, anch’esse molto recenti.
La cosa veramente interessante, e per certi versi “sorprendente” (non mi si fraintenda, non è per me che è sorprendente), tanto che gli “scettici” forse dovrebbero fare un po’ di esperienza sul campo, è che la Mediazione funziona. Funziona! Ho visto con i miei occhi situazioni veramente ingarbugliate, che in Tribunale sarebbero durate anni e anni e avrebbero causato lacrime e sangue, risolversi civilmente in poche ore. E questo, nonostante l’atteggiamento iniziale, qualche volta, di totale chiusura di una o più parti. Tante volte ho sentito frasi come “io sono venuto per educazione, ma non ho la minima intenzione di accordarmi” oppure (peggio) “io con quello lì non voglio avere nulla a che fare, mi chiedo perché sto qua!” Ebbene, ciò nonostante, alla fine la questione si è chiusa sempre positivamente.
Potrei citare diversi casi: per esempio, la probabile causa per sfratto con risarcimento del danno, conclusa invece con un rinnovo del contratto e con ampia soddisfazione delle parti. La riunione era cominciata male: affermazioni forti di tutte e due le parti, e netta chiusura. Sono poi lentamente emersi i veri interessi, che erano da una parte quello di continuare ad affittare l’immobile, con un canone superiore a quello del contratto scaduto e dall’altra….quello di continuare a stare in quell’appartamento, per ragioni logistiche ma anche affettive, dopo tanti anni in cui ci aveva vissuto; tanto che è stata disposta ad accettare un aumento del canone.
Oppure, quella che vedeva contrapposte gli eredi di un padre e marito ed una nota Banca, da cui egli aveva acquistato un famoso piano finanziario, finito piuttosto male. All’inizio, la posizione della Banca era rigida, ma ancor di più quella degli istanti, i quali (comprensibilmente) vedevano offesa la memoria del de cuius dalla posizione ferma della Banca e dalle affermazioni di questa che non voleva riconoscere di aver sbagliato. Piano piano, abbiamo scoperto che… anche le Banche hanno un’anima, certe volte, e sciolta la rigidità, gli eredi si sono accontentati di una cifra diversa da quella richiesta, ma hanno ottenuto quello che più desideravano veramente: il riconoscimento dell’errore della Banca e l’onore della figura del defunto padre e marito.
Potrei citare tanti altri esempi, ma è chiaro a tutti che risultati del genere difficilmente si sarebbero potuti avere in Tribunale (e men che mai in una ventina di giorni complessivi, considerando anche quelli trascorsi dal deposito dell’istanza sino alla riunione). E posso anche aggiungere che difficilmente dimenticherò le espressioni soddisfatte delle parti ma anche dei loro legali, i quali hanno partecipato attivamente guadagnandosi oltre che la parcella, la gratitudine e la stima dei loro clienti. Per non parlare, ovviamente, di quanto le parti hanno risparmiato e di quanto ognuna di queste Mediazioni chiusa positivamente faccia guadagnare alla collettività in termini di risparmio di uomini e mezzi ma anche di circolazione di capitali, elemento da non dimenticare mai. E allora, perché preferire una causa lunga, costosa e spesso senza risultati ad una buona Mediazione?
E’ chiaro che una buona Mediazione dipende dalla serietà dell’Organismo. Quello che è capitato a una mia cliente, cioè di ricevere una convocazione il 18 ottobre per il 19 e di sentirsi rifiutare il rinvio perché non aveva modo di inviare via fax il modulo di accettazione (solo quello prestampato dall’Organismo, altri non erano accettati) entro le 19, dà conforto ai nemici dell’istituto. Ovviamente, sta al Ministero assicurare la dovuta serietà degli Organismi. In questo senso, sarebbe forse arrivato il momento di cominciare le famose ispezioni, a tutela del cittadino.
6 commenti
Caro collega, il tuo articolo è illuminante per la nostra categoria. Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Sarebbe interessante un tuo intervento periodico (una sorta di diario) sulla crescente esperienza in mediazione. Saluti, Antonio
Grazie Luca!! E’ utile condividere, pur sinteticamente, le tue esperienze. Ciao. Corrado
Rimango scettico sulla mediazione. In quasi 40 anni di professione il diritto, i codici e la legge sono stati al centro del mio lavoro. Adesso dovrei fare lo psicologo?
x Giacomo. Non si tratta di fare lo psicologo, ma solo capire i veri interessi delle parti e risolvere il problema che talvolta non può essere risolto con il diritto.
Tienici aggiornato sulle prossime mediazioni.
Caro Giacomo, è chiaro che non devi fare lo psicologo….per questo ritengo (e spero di non offendere nessuno) che la Mediazione dovrebbe essere riservata ad avvocati, ex magistrati e dottori commercialisti. Comunque dovresti provarla sul campo, vedrai che cambierai idea.