Il 5 luglio scorso, la Corte d’Appello del terzo distretto della California ha affermato nel caso The Hess Collection Winery v. California Agricultural Labor Relations Board (No. C045405) la costituzionalità e l’utilità, anche ai fini del corretto funzionamento delle relazioni sindacali nel settore agricolo dello Stato, di una legge che impone il ricorso alla conciliazione per le controversie tra lavoratori e imprese del settore agricolo nella fase di negoziazione dei contratti collettivi di lavoro. Tale disciplina autorizza il conciliatore a definire un contratto iniziale obbligatorio per le parti in lite, ove queste non riescano a raggiungere un accordo attraverso la conciliazione.
Il caso è sorto da un tentativo di conciliazione fallito tra l’azienda Hess e l’Agricultural Labor Relations Board della California. Il conciliatore aveva chiesto alle parti di partecipare ad un’ultima sessione del procedimento presentando la documentazione ed il materiale probatorio di loro interesse per addivenire alla formulazione di un contratto collettivo di lavoro. La Hess non si era presentata, e il conciliatore aveva provveduto a redigere ugualmente il contratto sulla base di quanto prodotto dal sindacato, rigettando un’eccezione di incostituzionalità sollevata dalla Hess ed inducendo quest’ultima ad appellare.
La Corte d’Appello del terzo distretto della California ha ribadito la costituzionalità e l’utilità della summenzionata legge, a condizione che di quanto deciso dal conciliatore risulti traccia, e che la parte non soddisfatta possa adire la Commissione per le relazioni sindacali. Ove una delle parti sia ancora insoddisfatta, potrà ricorrere al giudice di appello o alla Corte Suprema della California.
Sebbene con riferimento alla procedura sopra citata la legge parli di conciliazione, essa è di fatto un arbitrato a carattere obbligatorio, in cui un arbitro coopera con le parti per la definizione degli elementi essenziali del contratto collettivo, operando con poteri a carattere non giudiziario ma quasi-normativo.